Teatro

La bottega del caffè inaugura la stagioone di Magione

La bottega del caffè inaugura la stagioone di Magione

Lunedì 29 novembre, alle 21, una delle più celebri opere di Carlo Goldoni, La bottega del caffè inaugura la Stagione di Prosa del Teatro Mengoni di Magione.

Interpretata da Alberto Giusta, Filippo Dini, Aldo Ottobrino, Alex Sassatelli, Alessia Giuliani, Lisa Galantini, Mariella Speranza, Massimo Brizi, Roberto Serpi, per la regia di Antonio Zavatteri, la commedia è stata scritta nel 1750 sviluppando un tema già esposto in precedenza come intermezzo musicato e che ebbe allora così grande successo da meritarsi un ampliamento in tre atti.

La bottega del caffè racconta "in diretta" da una piazzetta di Venezia la vita delle persone che si raccolgono intorno a tre botteghe: «quella di mezzo ad uso di caffè; quella alla diritta, di parrucchiere e barbiere; quella alla sinistra ad uso di giuoco, o sia di biscazza». Ed è, appunto, in questo spazio sospeso tra la realtà e il teatro, che Goldoni disegna vari e meravigliosi personaggi: avventori, gestori delle attività, giocatori, caratteri universali e sempre ricchi di umanità. Il vizio e la colpa, la virtù e le passioni muovono e animano queste creature che racchiudono in loro ingenuità e malvagità, speranze e furore.

Il caffettiere Ridolfo prende a cuore sia la sorte del giovane mercante di stoffe Eugenio, che da tempo frequenta assiduamente la casa da gioco di Pandolfo, sia quella di sua moglie Vittoria, che cerca invano di farlo recedere da quel vizio dispendioso. Come sovente accade in Goldoni, questo nucleo narrativo centrale si allarga però sino a formare un affresco composito e colorato, nel quale trovano bella collocazione anche la torinese Placida che, travestita da pellegrina, va in cerca del marito Flaminio, e il nobile e prepotente don Marzio, napoletano ambiguo e chiacchierone, che prova piacere nel frapporre ostacoli al desiderio delle due donne di ricondurre sulla retta via i loro mariti.

Il lieto fine è inevitabile in questa commedia spumeggiante, nella quale trovano spazio anche i sogni domestici della ballerina Lisaura. Ma prima di giungere a questo esito rasserenante, Goldoni trova modo ancora una volta di accompagnare gli spettatori lungo il complesso e contraddittorio sentiero dei sentimenti umani, facendo in modo che questo percorso acquisti inedita e imprevista vitalità attraverso la specifica arte del teatro.